Englaro: Corte d'Appello conferma

Confermato il decreto: è definitivamente esecutivo

Considerata l'importanza della vicenda Englaro in ragione di tutte le implicazioni giuridiche ed amministrative ad essa connesse, riportiamo l'articolo del 17 dicembre 2008 tratto da Corriere.it su questa lunga battaglia che ha visto protagonisti, da un lato, il padre di Eluana e il suo avvocato, dall'altro, la legge, la giurisprudenza, la politica, e l'amministrazione pubblica. MILANO - «Il decreto non ha bisogno di alcuna ulteriore certificazione di esecutività perchè la legge dice che tutte le volte che un provvedimento giudiziario non è più soggetto a impugnazione diventa definitivamente esecutivo». Lo ha detto il giudice della prima sezione civile della corte d'appello di Milano, Filippo Lamanna, estensore del decreto con cui, lo scorso luglio, Beppino Englaro era stato autorizzato a interrompere l'alimentazione e l'idratazione artificiali che da quasi 17 anni tengono in vita la figlia Eluana, in stato vegetativo permanente. IMPUGNAZIONE IMPOSSIBILE - Il giudice ha spiegato che, nel caso specifico, il decreto del 9 luglio era già esecutivo e che, dopo il provvedimento dello scorso 11 novembre della Cassazione, che ha dichiarato inammissibile l'impugnazione della Procura Generale, è diventato definitivamente esecutivo. Comunque i legali di Englaro, ha precisato il magistrato, eventualmente possono chiedere alla cancelleria della Corte d'appello una attestazione che il provvedimento non è più soggetto a impugnazione e, di conseguenza, è esecutivo. L'INTERVENTO DI SACCONI - La precisazione del magistrato è una risposta indiretta al ministro della Salute, Maurizio Sacconi, che aveva diramato un atto di indirizzo per impedire di fatto alle strutture sanitarie private di praticare l'interruzione della idratazione e della nutrizione ai pazienti che si trovano in stato vegetativo. Un'azione, quella del ministro, che ha raccolto il plauso degli ambienti cattolici e delle forze politiche del centrodestra, ma che ha ricevuto critiche dal mondo laico e dai gruppi che si battono per i diritti civili. LA CURATRICE - Era stata la curatrice speciale di Eluana, l'avvocato lecchese Franca Alessio, a ipotizzare uno scavalcamento dell'atto di indirizzo del ministero mediante una formula esecutiva del decreto emanato dalla Corte d'Appello di Milano». E lo aveva fatto dopo le parole di Claudio Riccobon, l'amministratore delegato della clinica «Città di Udine» presso la quale era stato già disposto il trasferimento della ragazza. : «Ci dobbiamo tutelare - ha detto Riccobon - perchè ora il problema è eminentemente giuricio, legislativo e politico. Ma noi siamo pronti. Una equipe di medici esterni, composta da 20-25 professionisti, è già organizzata per accogliere Eluana e per assisterla, in modo gratuito e volontario, nel distacco dell'alimentazione artificiale. Siamo una strutura privata, convenzionata con il Servizio sanitario regionale e nazionale e quindi dobbiamo essere molto sicuri di non incorrere in errori o, peggio, in violazioni di legge. Anzi noi vogliamo agire nel pieno e totale rispetto delle sentenze, delle leggi e dei regolamenti». IL DISTACCO - Una volta espletate le formalità legali, il «percorso» del distacco dell'alimentazione artificiale alla quale Eluana è sottoposta da 17 anni sarà abbastanza lungo. I sanitari parlano di circa 15 giorni. Poi la donna sarà sepolta a Paluzza (Udine), in Carnia, terra d'origine della famiglia, cui la giovane era molto legata. E forse la donna potrà finalmente trovare un pò di pace lontano dal chiasso del dibattito politico-legale di questi mesi. Tratto da Corriere.it 2008,

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