Professore condannato

Cassazione penale: respinto il ricorso di un professore condannato per abuso d'ufficio e minaccia aggravata

Con la sentenza n. 36700 del 24 settembre la sesta sezione penale della Corte di Cassazione ha respinto il ricorso di un professore di una scuola d’istruzione secondaria di Vicenza il quale aveva minacciato una studentessa dicendole che “non aveva più alcuna possibilità di essere promossa”. La Corte ha affermato che la “l’ingiusta prospettazione di una bocciatura rappresenta una della peggiori evenienze per uno studente”; aggiungendo che un comportamento di questo genere può “ingenerare forti timori, incidendo sulla libertà morale dei ragazzi”. Il fatto che il docente affermi di avere buttato lì una frase così, tanto per dire, senza avere in realtà il potere reale di provocare la stroncatura della carriera scolastica di un alunno, non rappresenta una giustificazione sufficiente. La Corte ha, a questo proposito, ribadito il principio secondo il quale “per la sussistenza di minacce l’idoneità della condotta va valutata secondo un giudizio anteriore, tenendo conto di tutte le circostanze che in base a un criterio medio possono essere considerate al momento della condotta. L’impossibilità di realizzare il male minacciato esclude il reato solo se si tratti di impossibilità di realizzare assoluta, non quando la minaccia sia assolutamente idonea a ingenerare comunque un timore nel soggetto passivo”. Il docente, oltre alle minacce alla studentessa, aveva anche impartito lezioni private agli studenti senza l’autorizzazione del preside. In primo e in secondo grado: verdetto di colpevolezza. E la Corte di Cassazione ha confermato l’impianto accusatorio dall’abuso d’ufficio alla minaccia aggravata. Aggravata, proprio così. Infatti, la Corte afferma che “ correttamente i giudici di merito hanno ritenuto sussistente la minaccia grave, argomentando che per la studentessa l’ingiusta prospettazione di una bocciatura rappresenta una delle peggiori evenienze, tale da poter configurare l’aggravante in questione”. Si tratta evidentemente di una sentenza dal carattere fortemente innovativo.

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